Quando tutti urlano, tu crea un’atmosfera.

È tipico dei bambini urlare: i grandi non li ascoltano, i coetanei neppure e così l’unica alternativa che immaginano di avere a disposizione è alzare il volume fino ad urlare. Così facendo, non ottengono l’effetto di essere ascoltati, ma di dichiarare quanto sono frustrati e quanto non si sentono considerati. Dimostrano agli altri che hanno fatto bene ad escluderli.

Online, sui social, è la stessa cosa. Se alzi i toni, se aumenti l’aggressività o se cerchi di stupire continuamente, dichiari apertamente la tua frustrazione. Anche le aziende, facendo marketing, si ritrovano spesso a urlare più del necessario. Le mail scritte in maiuscolo finiscono nello spam. I popup insistenti e invadenti sui siti di informazione dichiarano che non sanno tenersi i lettori. Le tecniche veloci e aggressive per vendere un prodotto raccontano che hai un problema di soldi o di reputazione.

“Quando tutti urlano non vince chi urla più forte, ma chi ti sa parlare all’orecchio”

Mauro Marinoni

Urlare non è più un’attività efficace, l’hanno già compreso in tanti e molti ci arriveranno presto. Un mercato che va ad esaurirsi. Quindi cosa conviene fare?

La mia proposta è semplice. Puoi iniziare a sussurrare le informazioni corrette al pubblico più adatto, puoi scrivere una mail allegra e utile, un messaggio di aiuto o apprezzamento. Puoi ascoltare e rispondere. Questa è la materia di cui è fatto il marketing. Prima ascolta e poi rispondi. A quel punto alzeranno il volume per sentire meglio quello che dici.

In buona sostanza, evita di urlare, di usare un tono di “copertura” verso gli altri per conquistare a forza la supremazia. Crea un’atmosfera, crea cioè un ambiente attraente, un ambiente nel quale “ci si trova bene“. Allora si che le persone, il mercato, i tuoi clienti, verranno a “sentire” cosa hai loro da dire.

Quando avrai creato la giusta atmosfera, solo allora, potrai esporre la tua idea, la tua soluzione ad un problema e perchè chi ti sta ascoltando dovrebbe continuarti a sentire e seguire.

Se non diventi autorevole sul mercato sarai uno dei tanti, se in più urli, non sarai nessuno.

Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa.
Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello.
Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”.
Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale.
Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio
sito e quello della mia azienda.
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Arte, passione e dedizione.

Ho una certezza che esprimo continuamente: in tutto quello che fai devono esserci arte, passione e dedizione. Siamo tutti artisti. Se non lo sei, finirai per essere sostituito da una macchina che esegue perfettamente un lavoro in cui l’aspetto artistico non è necessario. 
L’arte, oltre ad essere necessaria, appartiene a chiunque. Non ho mai creduto a chi mi dice di non essere creativo o non sa come produrre nuove idee. Anche se questi soggetti ne sono convinti, la loro supposta mancanza di idee dipende da solo due fattori: 

La pigrizia
Produrre idee richiede uno sforzo energetico, una potente fase di ascolto degli altri e di autoanalisi. La mancanza di tecnica
Qua entriamo in uno stato molto soggettivo. Per quanto mi riguarda, le idee nascono per cose che vedo, leggo o su cui rifletto. In questo caso è facile; basta che mi faccia un appunto per poi scriverle comodamente in un momento successivo.

Ma è quando non ho idee che sfodero una tecnica infallibile: inizio a pensare e scrivere cose stupide o apparentemente senza senso. Facendo questo, pensiero dopo pensiero, inizia in me a scorrere un flusso di riflessioni da cui tolgo il rumore delle stupidaggini e tengo solo i “pensieri pregiati”. Se non alleniamo le nostre sinapsi sarà difficile che quando ne abbiamo bisogno riescano a mantenere il ritmo e non cadere stremate in debito di ossigeno.

Le persone non hanno paura di scrivere, hanno paura della valutazione di chi li leggerà. Hanno paura di essere giudicati stupidi, banali o ricevere critiche. Paura fondata, perché questo succederà di sicuro.
Arte significa rottura, non deve piacere a tutti, deve trovare un pubblico che l’apprezzi, che si senta allineato con lo stile, i concetti o le scomode prese di posizione.

C’è un famoso detto tra i motivatori: “Non devi cercare la passione. Devi essere appassionato delle cose che stai già facendo”. Allo stesso modo ti dico che non devi cercare idee. Devi farle uscire iniziando a scrivere qualsiasi pensiero ti passi per la testa.
Se lo farai, lontano dalla distrazione, nel silenzio e senza altre preoccupazioni, ti stupirà cosa saprai far emergere da quello che già conosci e fa parte del tuo essere.

Adesso però scopriamo le carte, quelle vere, perchè il vero problema non è la ricetta per ottenere il risultato bensì il primo passo che fai per decidere di applicare la ricetta…devi FARE!!!

Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa.
Sono imprenditore dal 1984, le mie aziende sono tuttora floride e sul mercato, le mie intuizioni imprenditoriali hanno generato format e attività di importante livello.
Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”.
Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale.

OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale.
– E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale.
– Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”.
– Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!”
– Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota.

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Per generare una combinazione vincente.

Un’azienda può andare avanti senza il reparto commerciale?

Il lavoro del venditore in carne ed ossa è una professione che ai giorni nostri incontra sempre più spesso la resistenza del cliente finale. Tutto ciò è figlio dei cambiamenti ai quali tutti, inesorabilmente, siamo sottoposti. Imprenditori, venditori e acquirenti.

La diffidenza delle persone è schizzata alle stelle per diversi motivi. Internet, in primis, ha aperto le porte a un modo completamente diverso di vendere e senza la necessità di interfacciarsi per forza con qualcuno per concludere l’acquisto.

In secondo luogo, le truffe messe in atto da venditori porta a porta e call center hanno dato il colpo di grazia all’ultimo barlume di fiducia delle persone.

Come puoi notare, la tendenza sembrerebbe quella di far svanire nel nulla la professione del venditore. In realtà, non è così. La figura del commerciale deve cambiare aspetto, svolgendo un’attività consulenziale più che di vendita alla vecchia maniera.

Anche se hai strutturato una serie di strategie di marketing, queste, da sole, non bastano o meglio, non sono sufficienti.

Un’azienda che si basa sul marketing è sicuramente avvantaggiata, ma la comunicazione, il posizionamento e le tecniche di copy NON sono la fase più importante per chiudere le vendite.

Questi devono essere elementi di supporto al venditore e infatti è necessario modificare la strategia delle aziende e del reparto commerciale.

Nelle aziende non devono esistere i classici venditori, non più.

Devono nascere delle persone che hanno gli skills necessari a creare la giusta combinazione sulle persone che ad un certo punto vogliono acquistare.

Se hai persone in fila che vogliono acquistare il tuo prodotto, tu non devi vendere… sono loro che acquistano ed è per questo che i venditori non servono!

Questo vuol dire “combinazione” un insieme di attività prestabilite e monitorate che generano dei risultati.

In ogni azienda, anche la tua, è indispensabile fare una valutazione delle massime potenzialità di cui disponi e migliorarle, non cambiarle o eliminarle.

Seguire un percorso imprenditoriale che parte da un obiettivo consentirà anche a te di comprendere e diventare consapevole che quello che hai costruito fino ad ora è importante e può essere rimesso in gioco facendo solo dei piccoli “aggiustamenti” e creando la “combinazione” più adatta a reperire più clienti, mantenerli il più a lungo possibile e creare referenze sui nuovi.

Una combinazione vincente!

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La curva di apprendimento. La tua elevazione personale.

Nell’ottocento Hermann Ebbinghaus, uno psicologo tedesco, coniò l’espressione curva di apprendimento” per descrivere i processi osservati in persone che memorizzavano specifici compiti attraverso numerose ripetizioni, un concetto che presto assunse un significato più ampio. Un principio attraverso cui si dimostra che, attraverso l’abitudine e la ripetizione, si ottiene un costante miglioramento in qualsiasi attività umana.

A mio avviso la “curva di apprendimento” è una metodica attraverso la quale, giorno dopo giorno, diventa sempre più facile raggiungere un obiettivo.

Ogni giorno scopri una nuova fonte di informazioni, scrivi e comunichi in maniera più disinvolta e diventi sempre più produttivo nel generare le tue comunicazioni. 

Alcuni mi dicono che le informazioni con cui produrre i contenuti sono preziose, le hanno pagate col tempo, lo studio o la ricerca. La professionalità e la conoscenza non vanno regalate o svendute.

Non sono d’accordo con questa presa di posizione, anzi sono convinto che le idee portino nuove idee e tanto “valore positivo” a chi le ha generate. Come diceva Thomas Jefferson

“Chi riceve un’idea da me ricava conoscenza per sé senza diminuire la mia; come chi accende la sua candela con la mia riceve luce senza lasciarmi al buio”.

Illuminare le persone è un buon metodo per farsi amare, ricordare o apprezzare. Un modalità costosa energeticamente, in cui avrai poca concorrenza. Su questa puoi innescare l’abitudine attraverso un’efficace “curva di apprendimento”.

La curva di apprendimento è una skill personale, solo tu puoi decidere se elevarti, apprendere, verificare e continuare ad apprendere.

Avere cultura ti consente di prendere le decisioni in maniera più precisa, ti consente di argomentare meglio, ti consente maggiori relazioni di livello.

Padroneggiare le soft skills, oggi più che mai, è di vitale importanza nell’ambito delle sfere della vita: personale, affetti, professionale.

I tuoi clienti, le persone con le quali ti relazioni, sono alla ricerca di competenze soecifiche nel tuo lavoro, ma sempre di più sono alla ricerca delle caratteristiche personali importanti in qualsiasi contesto, non solo lavorativo, perchè influenzano il modo in cui si fa fronte di volta in volta alle richieste dell’ambiente che ci circonda.

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Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo ciò che hai fatto di persona”.

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OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale.

– E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e determinazione del clima aziendale.

– Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”.

– Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!”

– Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota.

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Semplice, non sempre facile.

Ci sono molte fonti, sul web una infinità, che raccontano come convincere le persone a compiere azioni di vario tipo.
Oggi viviamo in un mondo in cui è possibile trovare tutto. Prodotti, servizi e contenuti sono disponibili in grandissima quantità e sono tutti volti a cercare di ottenere un elemento che, purtroppo, data la sua natura, è sempre più raro: l’attenzione.
L’attenzione è una risorsa limitata. Abbiamo a disposizione 24 ore al giorno per le nostre attività umane e non possiamo interessarci a qualsiasi qualcosa. Più l’offerta aumenta, più si riduce la nostra capacità di concentrazione su un singolo contenuto. Ci accorgiamo che, per ottimizzare il nostro tempo, preferiamo contenuti che ci informino velocemente e senza troppi voli pindarici. Ci viene più spontaneo cercare le informazioni di cui abbiamo bisogno all’interno di siti chiari e intuitivi. Il periodo nel quale viviamo ed il mondo che ci circonda è un mondo distratto.

Da questa riflessione sono giunto alla conclusione che è necessario il focus ma soprattutto che la semplicità è un elemento di persuasione.
Semplice non significa approssimativo o realizzato in modo frettoloso.

Rendere semplice qualcosa significa ottimizzare e togliere tutto ciò di cui si può fare a meno, il superfluo. Nel caso delle interfacce tecnologiche, semplificarle significa renderle simili all’esperienza naturale e umana.
In un’epoca caratterizzata dalla fretta, in cui tutti vogliono informarsi nel più breve tempo possibile, dobbiamo imparare a competere con la semplicità e la accessibilità, siano esse riferite ai nostri prodotti, ai servizi, ai contenuti e soprattutto alla comunicazione. Facendo questo, otteniamo il vantaggio di una maggiore capacità di propagazione e, di conseguenza, la nostra competenza è percepita come sempre più autorevole. 

A livello contenutistico, uno dei segreti dell’influenza, sta nella capacità di scrivere testi brevi e interessanti, semplici e intensi, che devono essere pubblicati con costanza. Non è facile imparare a trattare argomenti complessi ed articolati attraverso un linguaggio semplice e fruibile, ma il risultato è dirompente e le persone a cui volete comunicare lo apprezzano, sicuri della vostra abilità e della utilità della condivisione dei vostri contenuti.

“La perfezione si ottiene non quando non c’è più nulla da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere”, scriveva Antoine de Saint-Exupéry.
La semplicità è ricerca del meglio. Richiede studio e un notevole sforzo intellettuale. Semplice non è un sinonimo di banale o impreciso, ma è indice di grande preparazione e di capacità di progettazione.

In un mondo in cui l’offerta è eccessiva e ridondante, una delle armi più potenti che possiamo mettere in campo è il potere della semplicità.

Le competenze della comunicazione sono una delle soft skills oggi più richieste e che ognuno di noi dovrebbe avere.

Comunicare non vuol dire solo relazionarsi con gli altri, vuol dire saper utilizzare la voce, il linguaggio del corpo, avere la padronanza del linguaggio e della dialettica. Questo è oramai ovvio.

La vera novità è che saper comunicare vuol dire saper ascoltare, l’interlocutore, il suo linguaggio, il suo carattere e sapersi adattare, in modo semplice, alle diverse situazioni perchè la comunicazione prevede al minimo due soggetti, chi trasmette il messaggio e chi lo riceve.

Tu sai comunicare?

Ti sei mai reso conto, dopo una conversazione che forse l’interlocutore o gli interlocutori non abbiano compreso a pieno il tuo messaggio?

Ti hanno fatto domande che ritenevi ovvie?

Se ti è capitato qualcosa del genere, devi elevare il tuo livello di comunicazione, devi semplificare per essere più autorevole affinchè dalla comunicazione nascano relazioni proficue.

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Informazioni ed esperienza.

Le informazioni sono ovunque. Tranne in rari casi o in settori specifici, non sono le informazioni a mancare in un’epoca in cui possiamo ottenere le risposte a qualsiasi domanda semplicemente sfiorando uno schermo. Quindi non puoi fare pagare le informazioni; da sole queste non hanno valore.

Il valore di quello che fai non è insito in quello che fai bensì in “come” lo fai.

In un mondo nel quale tutto è disponibile, tutto, o quasi, si può avere, e proprio per questo la fake è sempre dietro l’angolo, le informazioni (quelle vere e di valore) non puoi e non devi farle pagare.

Cosa invece può generare una contropartita, non necessariamente di denaro? L’esperienza!

Esperienza vuol dire che tu, prima di altri ci sei passato, hai provato, hai imparato, hai messo a frutto e condividi con altri epurando le criticità. Ti pare poco?

L’esperienza che hai sviluppato in anni di studio e di lavoro non puoi scriverla in un libro, non puoi donarla attraverso un corso. Attraverso questi corposi e articolati contenuti tu doni le informazioni, ovvero le basi su cui maturare l’esperienza se chi le apprende dedicherà anni a questo lavoro come hai fatto tu.
L’esperienza è diversa dalle informazioni. È basata sulla sensibilità, sulla capacità di risolvere o anticipare i problemi e di collocare la giusta informazione in una strategia generale che difficilmente si impara solo attraverso i libri.

Quindi rendi pubblica l’informazione, la tua personale, vera, non importa se parli di come sostituire la valvola della caldaia o come creare una campagna su Instagram. Non formerai concorrenti, ma l’interesse verso te e le tue capacità.

Una volta destato l’interesse potrai dimostrare la tua esperienza ed il tuo valore cambierà.

Le informazioni vanno donate, l’esperienza va fatta sempre pagare!

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Mission e Vision…niente paura!

Quando si decide di costituire un’azienda è sempre indispensabile determinare la mission e la vision aziendale.

Molto, troppo spesso, gli imprenditori pensano di avere ben chiari questi due pilastri della strategia aziendale ma solamente all’interno della loro testa, errore gravissimo.

Ancora più spesso invece, altri, non si pongono proprio il problema, ritengono che la loro idea di business, il loro modello, il loro prodotto o servizio sarà di forte impatto e successo che non serve altro, quindi costituiscono l’azienda, aprono la partita Iva e…si parte!

Nulla di più errato, non avere una chiara strategia, non avere ben chiari mission e vision generano una falsa partenza e costringono successivamente a correre ai ripari.

Per non parlare di quelle imprese che decidono in maniera tardiva di creare queste due cose. E’ vero che meglio tardi che mai ma quello che mi chiedo è…fino ad ora come hanno fatto?

Cosa sono MISSION e VISION…te lo spiego in un breve video nel quale ti invito a trascorrere con me una giornata di mentoring imprenditoriale ed al termine avrai una più chiara situazione.

Se hai qualsiasi informazione da chiedermi non esitare a lasciare un commento o scrivimi all’indirizzo: af.perte@antoniofinocchi.it

Ti raccomando di leggere attentamente anche i commenti al video!

Buona visione, ecco il link al video.

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Caro imprenditore, sei destinato a soccombere…o no?

Mi occupo di mentoring imprenditoriale ormai da molti anni ed ho lavorato e lavoro con imprenditori di ogni tipo.

Ho lavorato con chi era agli inizi e doveva imparare tutto, ma anche con imprenditori che fatturano qualche milione di euro.

Ho potuto verificare che quasi tutti sono accomunati da un problema.
Ma come è possibile che ci sia lo stesso problema indipendentemente dal livello di crescita, dalle dimensioni dell’azienda, dal settore, dal Paese, ecc.?

La risposta è abbastanza semplice.

Il problema NON È dell’azienda. Il problema è dell’imprenditore.

E ad aggravare la situazione c’è il fatto che questo problema è una conseguenza diretta di una qualità che tutti ammiriamo molto e che porta tante aziende al successo.

Il problema è che gli imprenditori si credono UTILI, se non INDISPENSABILI!

Personalmente ammiro queste persone, sono coloro sempre capaci di risolvere ogni situazione. È solo grazie a loro che l’azienda si regge in piedi e riescono anche a fare delle cose eccezionali che nessun altro riuscirebbe a fare.

Quando parlo con loro ci sono degli aspetti di totale ammirazione per la forza, il carattere, l’abilità che molti hanno di cadere sempre in piedi e di superare le avversità.

Ma a volte sono un po’ ingenui!

Perché non si rendono conto che la loro indispensabilità, le loro abilità, la loro dedizione al lavoro significa anche che NESSUN’ALTRO sarà in grado di emularli e fare quello che fanno loro.

Infatti, questi imprenditori sono bloccati nella loro azienda e si ripetono addosso frasi del tipo:

Se non ci fossi io tutto crollerebbeCome faccio bene le cose io non le fa nessunoCi metto 5 minuti a farlo io e un’ora a spiegare come si fa ad un altroSe non controllo questi qua chissà che disastri combinano

Ma questo non è tutto.

Infatti alcuni sono talmente sopraffati dal lavoro, tanto da provare anche un piacere morboso nel passare quattordici ore al giorno a lavorare.

Se ti ritrovi a pensare di essere anche tu in questa categoria vuol dire che stai letteralmente ostacolando la crescita della tua azienda, che non potrà mai crescere fin quando non fai qualcosa di apparentemente semplice ma che emotivamente è molto difficile per tanti: diventare INUTILE!

Perché il tanto glorificato lavoro che nobilita l’uomo e che fa parte della mitologia dell’imprenditore “che arriva prima di tutti ed esce dopo di tutti” è forse il più grande limite che possiamo mettere alla crescita della nostra azienda, se quel tempo non viene sfruttato nel migliore dei modi.

Ogni imprenditore può avere un enorme successo.

Ma sei TU ad averlo, non l’azienda.

L’unico modo per essere sicuro che l’azienda funzioni (e non che sia solo l’imprenditore a funzionare) è infatti quello di ridurre fino ad eliminare l’apporto lavorativo dell’imprenditore che deve invece essere indispensabile per pensare all’innovazione, alla ricerca, alle idee imprenditoriali.

E quindi diventa indispensabile DELEGARE tutto (o quasi) ciò che l’imprenditore compie come attività quotidiane, tenendo per sé solo le parti che hanno un enorme valore aggiunto e che costituiscono il nucleo del lavoro imprenditoriale, che è quello di “creare” e plasmare l’azienda.

Per fare questo è necessario mettere a punto un ecosistema aziendale di successo che è proprio quello che faccio quando lavoro con un’azienda e con l’imprenditore.

In poche parole: faccio in modo che l’imprenditore si limiti a fare l’imprenditore, mentre il resto della struttura funzioni portando i collaboratori ad un nuovo livello di competenza e consapevolezza.

Faccio in modo di applicare dei metodi che possano generare un ecosistema attraverso i cinque fattori (te ne parlerò nel prossimo articolo).

So bene che per molti imprenditori si tratta di una vera e propria eresia.

Per questo so anche che quello che sto scrivendo non incontrerà l’approvazione di tutti. Il succo è che se vuoi continuare ad essere un INSISPENSABILE, ma in modo meno ingenuo, devi renderti conto che non puoi ricoprire il ruolo dell’imprenditore e quasi tutti gli altri presenti in un’azienda.

L’idea che mi piacerebbe trasferire è proprio questa: tu sei l’imprenditore e devi fare esclusivamente l’imprenditore!

Proprio per questo mi piacerebbe che tu prendessi queste mie riflessioni come uno spunto sul tuo lavoro e su come puoi farlo nel modo migliore.

Se vuoi fare un passo in avanti concreto, iniziare una elevazione imprenditoriale che ti porti davvero alla crescita, personale, professionale ed aziendale devi applicare la strategia dell’ecosistema aziendale di successo.

Se un po’ ti ho incuriosito e vuoi approfittare della mia esperienza e competenza possiamo fare una prima consulenza gratuita nella quale, dopo aver compilato un piccolo questionario, avrai un check up della tua situazione aziendale e personale come imprenditore e potrai conoscere quali sono i fattori sui quali dovrai lavorare per migliorare.

Ci sono due frasi che dico e perseguo da sempre:

“Non fare cose diverse, fai le cose diversamente”

“Fra il dire e il fare, c’è di mezzo…il fare!” che anche il titolo del mio libro che puoi trovare su Amazon.

Adesso tocca a te, solo tu sei il fautore del tuo destino.

Spero di incontrarci al più presto! Se vuoi maggiori informazioni vai a questo link: https://antoniofinocchi.it/lp/

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Efficienza vs efficacia, il coronavirus ne è l’esempio.

In questo periodo storico il mondo intero sta facendo i conti con una situazione particolare. Mai come in questi momenti è evidente come efficienza ed efficacia siano sue parole dal significato profondamente
diverso.

Chiediamo aiuto al vocabolario:

Efficienza: competenza e prontezza nell’assolvere le mansioni.

Efficacia: capacità di produrre l’effetto e i risultati voluti o sperati.

Apparentemente sembra che vi sia un sillogismo, ma a ben guardare non è così.

In questo momento tutti sembriamo essere efficienti, nel senso che ogni persona, costretta a modificare il proprio comportamento, ha tentato e sta tentando, per chi ne ha le possibilità operative, la strada dell’efficienza.

Quindi le famiglie si sono organizzate per una spesa efficiente da mettere in atto in maniera programmata, in orari programmati, con una lista di cose da acquistare ben precisa ed organizzata. La scuola si è resa efficiente organizzando lezioni online per gli studenti. In molti (per chi la professione lo ha permesso) si sono approcciati allo smart working rendendo efficienti le ore, gli appuntamenti, gli incontri. Le attività fisiche sono diventati efficienti, gli allenamenti in palestra sono stati sostituiti da allenamenti in casa, running sui balconi o terrazzi ecc. La politica si è resa efficiente nel varare continue nuove regole, nuovi moduli di ipotetica libertà, diffondere informazioni che nel loro intento vogliono creare condivisione.

Tutti, chi più e chi meno, hanno cercato di rendere efficiente la propria giornata da “reclusi involontari” per renderla attrattiva, proficua, sostenibile.

Ma questa efficienza, apparente o effettiva, è davvero efficace?

Rianalizziamo i precedenti comportamenti per fare il punto.

Certamente è efficiente organizzare la spesa in modo da limitare le uscite, le file, le cose da acquistare ma certamente non è efficace acquistare non programmando quelli che saranno i pasti che si faranno,
prevedendo l’utilizzo degli ingredienti. Quindi non è di certo efficace recarsi al supermercato acquistando quello che “si pensa” possa servire per poi accorgersi che non tutto quello che si è acquistato potrà risolvere la preparazione dei piatti estemporanei dettati da scelte irrazionali e non programmate, ad esempio acquistare l’occorrente per fare una torta ed accorgersi che manca la carta forno nonostante si siano acquistati più dolci di quelli che normalmente si utilizzano perché…metti che non li trovo!

Certamente la scuola si è resa efficiente nell’organizzarsi, chi più e chi meno, nel fare lezioni online ma questa efficienza non si è, a mio avviso, dimostrata efficace giacchè nessuno o quasi ha individuato una
piattaforma davvero efficiente per impartire le lezioni, mantenere ad esempio l’orario scolastico già previsto in programmazione (cioè prima di questa interruzione delle lezioni in classe) utilizzando strumenti di classroom online che tenessero normalmente impegnati gli studenti nel normale corso delle lezioni ed altrettanto impegnati gli insegnanti nel loro compito, con il risultato che alcune lezioni non vengono proprio svolte, oppure vengono svolte in orari fuori dal normale orario scolastico, la condivisione dei compiti affidata a
piattaforme non nate per questo scopo ecc.

Certamente è efficiente approcciarsi allo smart working impegnando il tempo in contatti, incontri virtuali ecc. ma non è efficace giacchè molte aziende non hanno mai previsto una condivisione dei propri documenti in una eventuale previsione di questo tipo di lavoro, le linee di collegamento ed i collegamenti stessi non sono sicuri per il trasferimento dei dati, molte abitazioni non hanno collegamenti internet che possano supportare in maniera degna questo imprevisto aumento di traffico. Non è stato previsto un sistema di validazione di contratti, firme, ecc. Insomma c’è una efficienza diffusa nel voler fare lavoro a tutti i costi ma una efficacia di questo lavoro che si traduce in mera idea con produzione di risultati scarsa.

Certamente è efficiente ripensare alla propria attività fisica al di fuori della palestra ma non è efficace diventare di colpo dei self made trainer giacchè le palestre, per come ho avuto modo di vedere, non si sono
attrezzate per seguire i propri clienti, anche virtualmente.

Certamente la politica sta cercando di fare la sua parte in modo efficiente nel voler creare contatto, informazione, cercare (ma non sempre trovare) sistemi di aiuto economico e sociale ma non è efficace in quanto ogni provvedimento preso reca in se ulteriori situazioni grottesche di quasi impossibilità di essere messo davvero in pratica dai cittadini. Cito Zigmunt Bauman che nel proprio libro “Modernità liquida” dice che il Potere riguarda la capacità di fare mentre la Politica riguarda la capacità di decidere cosa fare.
Anche qui il potere deve essere efficiente e la politica efficace, e non mi sembra proprio.

Quindi?

Bella domanda, alla quale rispondo facendo per primo autocritica.

Siamo diventati un paese di efficienti, quasi a voler esorcizzare la situazione, il malessere imperante, i tentativi di protesta che ci nascono dentro, l’incertezza del futuro, e chi più ne ha più ne metta.

Non siamo diventati un paese efficace perché ognuno di noi ha cercato, o sta cercando di trovare delle soluzioni (efficienza) ma si scontra continuamente con il metterle in pratica in maniera proattiva e risolutiva (efficacia).

La soluzione?

Altra bella domanda.

Non sono un sociologo bensì un attendo osservatore.

Posso solo riportare quello che sto facendo dal punto di vista dell’efficienza ed efficacia.

Efficienza: Maggiore presenza in famiglia

Efficacia: Sono più vicino alla mia famiglia condividendo mansioni, compiti, studiando con i figli

Efficienza: Maggiore coordinazione delle cose da fare in casa

Efficacia: Riassetto e riorganizzazione degli ambienti, programmazione degli interventi da fare

Efficienza: Maggiore organizzazione della cucina e dispensa

Efficacia: una lista della spesa organica dove si inserisce quello che si utilizza e che sta per terminare, una organizzazione dei menù in base alla disponibilità della dispensa

Efficienza: Maggiore contatto con i miei clienti

Efficacia: Individuare una soluzione intuitiva per ognuno, seguire il loro processo decisionale interno ed esterno, organizzare meeting e riunioni come prima di questa situazione, fare un follow up dei processi messi
in campo ed individuare risultati e aggiustamenti, creare dei kpi di periodo

Efficienza: Maggiori relazioni con persone con i quali ho contatti saltuari

Efficacia: Creazioni di nuovi e rafforzati rapporti, maggiore predisposizione al dialogo, condivisione dei momenti ed individuazione di soluzioni partecipate

Efficienza: Maggiori approcci con potenziali clienti

Efficacia: Generazione di trattative basate sul dialogo e sulla soluzione di bisogni attraverso intuizione e pensiero divergente

Sono stato schematico, solo per dare spunti, ma sono anche, per mia natura, pragmatico, cioè una persona che sistematicamente è abituata ad analizzare i risultati.

Cosa posso dire quindi, che nonostante il periodo sia particolare, è necessario pensare in maniera efficiente e programmare il pensiero fatto in modo che sia efficace, fare una analisi del pensiero efficiente e tradurlo in efficace.

Esistono molti strumenti per fare questo, una analisi SWOT ad esempio, oppure un Modeling CANVAS piuttosto che una Balanced Scorecard, e potrei citarne altri.

Lo spunto che vorrei dare a coloro che hanno avuto il coraggio e la forza di arrivare a leggere fino a questo punto è, documentarsi, leggere, acquisire, farsi cultura, anche solo di questi strumenti ed iniziare a metterli in pratica, per se stessi, ad utilizzarli per una prima sola cosa, fare in modo che diventino nostri alleati ed abituarsi ad analizzare i risultati, ponendo correttivi, programmando.

Mettiamo in pratica il “Plan-Do-Check-Act” ovvero pianifica, metti in campo, verifica, agisci, questo in tutte le sfere della vita, l’invito è provare, anzi “voler” provare.

Due sono le frasi che mi sento di trasferire:

Fra il dire e il fare, c’è di mezzo…il fare!

Non fare cose diverse, fai le cose diversamente.

Permetti di presentarmi, mi chiamo Antonio Finocchi, mi definisco un Agevolatore di Business, un Aggregatore di Relazioni, mi occupo di Economia Collaborativa.

Mi occupo di mentoring, trasferimento professionale di esperienze, credo fermamente che “puoi trasferire solo
ciò che hai fatto di persona”.

Sono il creatore di Imprenditore Evoluto(R) e Time Voucher(R) e dell’ultima realtà imprenditoriale (OPEN) che si occupa di Marketing Strategico e Consulenza Imprenditoriale.

OPEN è l’acronimo di Organizzazione Personale Elevazione Naturale.

– E’ una Realtà Fortemente Voluta e Realizzata da Antonio Finocchi, Imprenditore dal 1984, Consulente Aziendale, Esperto nella Gestione del Debito, Riorganizzazione e Rilancio Aziendale, soft skills e
determinazione del clima aziendale.

– Ha Dedicato la Sua Vita ad Ispirare Imprenditori e Professionisti al “Fare per Riuscire”.

– Autore del Libro “Fra il Dire e il Fare, c’è di Mezzo…il Fare!”

– Ha ideato e Porta Avanti con Grande Successo il Sistema di Crescita Imprenditoriale “Imprenditore Evoluto” per Ispirare Imprenditori e Professionisti a Fare Impresa nella Giusta Rotta. Predica da sempre “l’inutilità” dell’imprenditore in azienda, nel senso che se l’imprenditore stesso risulta indispensabile, l’azienda non ha praticamente valore, essendo egli stesso il valore dell’azienda che, in sua mancanza, sarebbe una scatola vuota.

Se vuoi conoscere qualcosa di più su di me visita il mio sito e quello della mia azienda.

Continua a seguirmi!

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Questo è il marketing, il resto è fuffa!

E’ ora di smetterla di usare i consumatori per risolvere il problema della propria azienda e di cominciare ad usare il marketing per risolvere i problemi della gente.

E’ ora di smetterla di raccontare delle frottole, inondare di spam le caselle di posta dei clienti e sentirsi in colpa per il proprio lavoro.

E’ ora di smetterla di confondere le metriche dei social media con le autentiche relazioni.

E’ ora di smetterla di spendere soldi per rubare un minuto di attenzione al cliente.

Fare marketing vuol dire migliorare il mondo. Il vero marketing affonda le sue radici nella generosità, nell’empatia e nella partecipazione emotiva.

Fare del buon marketing significa identificare la più piccola nicchia di mercato capace di sostenere il proprio business. Costruire fiducia e consenso.

Fare marketing è un processo di miglioramento ed il primo passo per migliorare è fare cose migliori.

Un conto è fare pubblicità, altro conto è fare marketing.

Ho voluto scrivere qualche frase tratta dal libro di Seth Godin: Questo è il marketing perchè è giusto fare chiarezza su questa parola e sull’uso di questa strategia all’interno di un’impresa.

Nel video puoi vedere la recensione di questo interessante libro che ti consiglio di leggere.

Lascia un commento o contattami per approfondire.

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